Benessere animale = benessere della collettività
Oggigiorno gli animali rappresentano una grossa parte del nostro tessuto sociale; per questo motivo è fondamentale la loro integrazione e la loro corretta gestione da parte degli umani.
L'esperienza e la cronaca ci mostrano come la cattiva gestione degli animali ha conseguenze catastrofiche sul benessere dei cittadini, oltre chiaramente a causare sofferenza all'animale.
Prendiamo l'esempio delle aggressioni provocate da cani verso altri cani, altri animali, o persone: chiaramente i cani aggressori sono protagonisti involontari di queste tragedie annunciate. Si tratta infatti di cani affidati alle persone sbagliate, cani non educati, cani non appropriatamente socializzati, cani tenuti in condizioni non idonee, cani maltrattati, cani tenuti alla catena, cani i cui bisogni non vengono soddisfatti e le cui caratteristiche di razza non vengono rispettate (esempio forse banale: il pitbull rinchiuso in un recinto di un metro quadrato non se ne fa niente della passeggiatina alle 7 del mattino e alle 7 di sera); infine, cani derivati da incroci scriteriati che vanno a esacerbare determinate caratteristiche rendendole doppiamente pericolose e di difficile gestione.
Questi sono tutti cani che soffrono a causa di una cattiva gestione; la loro sofferenza causa ulteriore sofferenza alle vittime delle aggressioni, siano esse a due o a quattro zampe, in un circolo vizioso che va assolutamente interrotto.
Come si può interrompere? Con l'emanazione di una norma che disciplini la detenzione e la riproduzione di determinati cani (e degli incroci da essi derivati).
La salute psicofisica di tutti noi è strettamente correlata alla salute psicofisica degli animali che vivono insieme a noi. Il benessere degli animali va considerato come un interesse pubblico fondamentale tra gli altri interessi pubblici: gli organi competenti hanno il dovere civile e morale di intervenire per favorire tale benessere.
L'esperienza e la cronaca ci mostrano come la cattiva gestione degli animali ha conseguenze catastrofiche sul benessere dei cittadini, oltre chiaramente a causare sofferenza all'animale.
Prendiamo l'esempio delle aggressioni provocate da cani verso altri cani, altri animali, o persone: chiaramente i cani aggressori sono protagonisti involontari di queste tragedie annunciate. Si tratta infatti di cani affidati alle persone sbagliate, cani non educati, cani non appropriatamente socializzati, cani tenuti in condizioni non idonee, cani maltrattati, cani tenuti alla catena, cani i cui bisogni non vengono soddisfatti e le cui caratteristiche di razza non vengono rispettate (esempio forse banale: il pitbull rinchiuso in un recinto di un metro quadrato non se ne fa niente della passeggiatina alle 7 del mattino e alle 7 di sera); infine, cani derivati da incroci scriteriati che vanno a esacerbare determinate caratteristiche rendendole doppiamente pericolose e di difficile gestione.
Questi sono tutti cani che soffrono a causa di una cattiva gestione; la loro sofferenza causa ulteriore sofferenza alle vittime delle aggressioni, siano esse a due o a quattro zampe, in un circolo vizioso che va assolutamente interrotto.
Come si può interrompere? Con l'emanazione di una norma che disciplini la detenzione e la riproduzione di determinati cani (e degli incroci da essi derivati).
La salute psicofisica di tutti noi è strettamente correlata alla salute psicofisica degli animali che vivono insieme a noi. Il benessere degli animali va considerato come un interesse pubblico fondamentale tra gli altri interessi pubblici: gli organi competenti hanno il dovere civile e morale di intervenire per favorire tale benessere.